Mi chiamo Paolo e ho 37 anni; sono nato e cresciuto in una numerosa famiglia (13 figli) di fede pentecostale. Fin da ragazzino, grazie al mio carattere socievole ed aperto, ho frequentato diverse compagnie; fra questi amici c’era già chi stava percorrendo una strada che porta lontano dal Signore, e presto anche io imparai a percorrerla senza farmi troppi problemi, iniziando semplicemente a fumare.
Quegli stessi amici poi mi trovarono, con mia grande gioia, un posto di lavoro attraverso il quale mi si aprirono orizzonti che fino a quel momento non erano mai stati nei miei pensieri: ad una tranquilla cena di lavoro per la prima volta presi una sbornia, e la cosa mi piacque così tanto che mi indusse a ripetere l’esperienza tantissime altre volte. Da quel punto in poi, fu un susseguirsi di esperienze negative le quali non facevano altro che peggiorare la già grave situazione.
Il tempo passava, mentre continuava a crescere in me il desiderio di provare divertimenti e sensazioni nuove; un giorno un mio collega mi propose di unirmi ad una nuova compagnia: stando con loro imparai a fumare hashish e a tirare cocaina. Subito mi sentii alle stelle e così per me diventò un’abitudine. Ormai ero nel giro, conoscevo ragazzi più grandi di me che, oltre a spacciare, mi portavano anche in vacanza e qui ci davamo ad ogni tipo di droga o, in mancanza, all’alcol.
Un giorno, una donna che non conoscevo mi disse che dentro di me c’era qualcosa che non andava e che nel mio cuore c’era una smisurata tristezza, un ‘angoscia che, anche vivendo all’insegna del divertimento, non riuscivo a nascondere.
Avevo 18 anni e Dio, per mezzo di una persona qualunque, volle illuminare la mia mente e farmi notare in che misero stato si era ridotta la mia vita, da quando avevo rifiutato il Suo amore e la Sua guida. Decisi purtroppo di continuare il cammino che avevo intrapreso, sperimentando qualcosa di nuovo, i “trip”!
Ci sono stati dei momenti in cui stavo molto male, momenti nei quali ho desiderato sinceramente smetterla con ogni tipo di droga e piantarla con quella vita balorda che non portava a nulla di buono, ma non ci sono mai riuscito … non possedevo né la forza né la volontà di fare qualsiasi cosa.
Gli anni continuavano a passare e continuavo a cambiare compagnie. Iniziai anche a spacciare per guadagnare più soldi, affinchè i miei divertimenti potessero durare più a lungo e la mia sete continua di droga potesse essere soddisfatta; spesso ero al centro di risse scoppiate sempre per un motivo banale ma mai decisi di cambiare, neanche quando, in una di queste occasioni, un mio fratello fu ferito a sangue. Io e mio fratello eravamo pazzoidi e ribelli, ed anche lui, come me, si drogava. Accadde, però, che mio fratello, dopo un forte uso di droghe, stette molto male, e questa esperienza lo segnò così tanto che smise di farne uso; invocò il nome del Signore ed il Suo aiuto, e Gesù gli diede la forza di ricominciare una nuova e vera vita, abbandonando tutto ciò che fino a quel momento lo aveva legato a Satana. Tuttavia l’esperienza di mio fratello non mi coinvolse affatto; per quanto riguardava la mia vita, stavo bene così. Per l’ Iddio che voleva avere un posto nel mio cuore, per Colui che voleva donarmi salvezza e vero amore non avevo né tempo, né voglia. Non passò molto tempo che anche io ed un mio amico, dopo aver fatto uso delle solite sostanze, ci sentimmo molto male. Iniziai ad avere allucinazioni accompagnate da pensieri strani, brutti e tenebrosi. Tornammo a casa, andai in bagno e mi lavai il viso per riprendermi. Alzando lo sguardo verso lo specchio vidi una faccia che non era la mia; tremavo e non sapevo più cosa fare, così invocai il nome del Signore.
Altre volte in queste occasioni avevo chiesto aiuto a Dio, ma, dopo il Suo intervento, continuavo con la mia vita di sempre; così feci anche questa volta.
Nel profondo del mio cuore sapevo che facevo soffrire tante persone, sapevo che la vita che conducevo non era giusta agli occhi di Dio e degli uomini, e che Gesù stesso piangeva per la mia misera condizione. I miei genitori erano disperati, però, nonostante l’apparente sconfitta, hanno continuato a pregare per me con la fede e la speranza che Dio metteva nei loro cuori.
Continuavo a spacciare droga e una sera, uscendo per fare il solito giro, fui avvisato da un amico che in quel posto c’erano i carabinieri, così non andai (ancora una volta il Signore mi stava preservando dal male, ma io ignorai per l’ennesima volta il Suo aiuto). Poco tempo dopo le cose non andarono più così bene e, fermato dai carabinieri, fui arrestato.
In quei momenti capii di essere solo. Di tutti i ragazzi che fino a quel momento avevano rappresentato la mia famiglia, solo due o tre mi rimasero vicini. Nel mio orgoglio ferito non mi lasciavo spaventare da nulla e niente di tutto quello che accadeva mi faceva comprendere che il Signore Gesù camminava al mio fianco e che sarebbe stato sufficiente tendere una mano verso di Lui per essere salvato. Come conseguenza naturale del mio arresto, dovetti subire un processo.
Durante la lunga attesa mi rubarono l’auto (che ritrovai dopo pochi giorni) e io e la mia famiglia venimmo minacciati di morte. Tutti questi eventi inaspettati non erano altro che avvertimenti provenienti da persone che fino a qualche settimana prima consideravo miei fratelli e per i quali mi sarei battuto. Ora erano diventati i miei peggiori nemici!
Nel 1996 giunse il giorno del processo; né io né il mio avvocato ci sentivamo particolarmente ottimisti in relazione alla sentenza: la condanna sarebbe stata dai 6 mesi ai 2 anni di reclusione. I miei precedenti penali , tra cui un altro processo per possesso di arma bianca, mi facevano guardare al carcere come unico sbocco.
Invece non ho trascorso neanche mezza giornata in cella!
Il mio avvocato non capiva più nulla, una svolta tale non se la sarebbe mai aspettata. Durante tutto il processo ero assente, forse per il troppo scoraggiamento, ma ricordo le parole del mio avvocato, che, incapace di capire l’accaduto, farfugliò: «qualcuno deve aver fatto qualcosa … è impossibile tutto questo.. qualcuno ti ha aiutato ma non riesco a capire chi …».
Oggi riconosco che Dio intervenne in mio favore e che quel giorno fui liberato non perchè lo meritassi, ma per il solo fatto che dietro a quel miracolo straordinario ci furono intense e continue preghiere e suppliche rivolteGli dai miei genitori e da una intera comunità che, senza stancarsi mai, intercedevano per me al Trono di Grazia.
Purtroppo allora continuai a non voler accettare la Sua chiamata, e, ripieno di orgoglio, scelsi ancora una volta di prendere le redini della mia vita, di camminare da solo. Tra tutte le droghe che fino a quel momento avevo provato me ne mancava ancora una: il crack, una droga che stordisce e rende incapaci di ragionare. Naturalmente non potevo più continuare a vivere così, e il Signore lo sapeva bene…
Finalmente una notte stetti veramente male … invocai l’aiuto di Dio con un sentimento diverso rispetto a tutte le altre volte. Avevo paura di non riprendermi più o addirittura di morire. Grazie a Dio non fu così; smisi di drogarmi e di spacciare. Non volevo più sapere niente di nessuno, non volevo più uscire, persi la fiducia in tutti e mi chiusi in me stesso fino a quando il Signore mi prese in extremis e mi fece inginocchiare davanti a Lui; mi fece ritornare a Lui.
Lode e gloria a Dio per questo! Fu allora che diedi una svolta definitiva alla mia vita: iniziai a frequentare una chiesa evangelica. Inizialmente ci andavo per non sentirmi solo, ma piano piano sentivo la benedizione del Signore scendere su di me. Oggi non posso fare a meno di ringraziare il mio Salvatore per l’opera meravigliosa che ha compiuto nella mia vita.
Nonostante quello che ero, Dio non mi ha mai abbandonato. Mi ha concesso diverse opportunità con il fine di condurmi sul giusto cammino e, anche se allora lo rifiutavo, Lui mi è sempre stato vicino salvandomi da danni al cervello che la droga avrebbe potuto provocare, ed anche da un bruttissimo incidente che mi portò quasi in fin di vita.
Adesso la mia vita ha una ragione di esistere: Gesù!
Mi ha dato uno scopo , ha posto un fondamento nel mio cuore arido e duro, e io ricambio il Suo amore leggendo la Sua Parola (la Bibbia), pregando, frequentando i culti, dedicandoGli il mio tempo affinchè guidi i miei passi con il Suo Santo Spirito e faccia in modo che non cada più. Le prove per un cristiano non finiscono mai, ma con il Signore al nostro fianco saremo più che vincitori!
Questa è una parte della storia della mia vita. Il Signore mi ha salvato dalla morte e dal peccato; grazie a Dio dal profondo del mio cuore! Grazie perché hai messo pace nella mia famiglia e luce in me.
Questa è la sola parte che per adesso posso raccontare, ma la migliore deve ancora arrivare: sarà quando i miei occhi Lo vedranno e starò presso di Lui, per sempre!!!
Paolo P.