ISAIA 44:14-17 /GEREMIA 10
Non molto tempo fa, seguendo un reportage televisivo, osservavo gli uomini della protezione civile italiana scavare tra il fango e la melma, in una zona tragicamente colpita da un violento temporale.
Tra le tante cose che venivano fuori, vidi strappare dal fango due grosse statue. In quel momento il mio pensiero andò alla Parola di Dio, precisamente al discorso di Isaia (cap.44) che volli rileggere e meditare ancora una volta.
Per illustrare l’assurdità dell’idolatria, il profeta, sospinto dallo Spirito Santo, parla di un uomo che pianta un albero nel suo giardino. L’albero era cresciuto, si era fatto robusto, ma non aveva dato frutti. Un giorno decise di abbatterlo. Una parte di legna la bruciò per scaldarsi, una parte l’utilizzò per cuocere il cibo e con l’avanzo ne fece un idolo, un dio da adorare. C’è una grande insegnamento in questo brano della scrittura: con l’avanzo si fa un dio…gli si prostra, lo adora, lo prega (v. 17).
Il Dio vero e vivente non s’accontenta degli avanzi, eppure alcuni credenti si comportano esattamente come l’uomo di Isaia 44. Danno a Dio gli avanzi della loro fedeltà e del loro tempo.
Noi diciamo: “a tempo perso”, quello in cui non abbiamo nient’altro da fare: E’ forse quello che tu offri a Dio? Adori Dio quando non hai altro da fare? Altri dicono: ” il tempo è denaro, bisogna farne tesoro e non sciuparlo”. Questo è vero, ma in che modo possiamo sciuparlo o farne tesoro? Solo quello che dedichiamo al Signore non è sciupato, gli avanzi li buttiamo nella pattumiera. Ecco quanto sta scritto in Galati 6:7: “Non vi ingannate, non ci si può beffare di Dio; perché quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà.”. C’è il tempo della semina e il tempo in cui si raccoglie il frutto, ognuno raccoglie quello che avrà seminato. Non possiamo ingannarci pensando che le spine che abbiamo seminato, si trasformeranno in spighe di grano . Il contadino che lavora la terra, sa quello che semina e quello che mieterà a suo tempo. Facciamo, dunque, buon uso del tempo a nostra disposizione, impegniamolo per le cose buone e utili. Gesù dice che Dio deve avere il primo posto in tutte le cose. Nel passato chi lavorava la terra a mezzadria, portava le primizie al padrone. L’apostolo Paolo dice in Efesini 5:15-18 “Guardate dunque con diligenza a come vi comportate; non da stolti, ma da saggi, recuperando il tempo perché i giorni sono malvagi. Perciò non agite con leggerezza, ma cercate di ben capire quale sia la volontà del Signore.
Non ubriacatevi di vino che porta alla dissolutezza, ma siate ricolmi di Spirito”. Gesù afferma, in Giovanni 8:29 : “Colui che mi ha mandato è con me; egli non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli piacciono”. Molti giovani, oggi, pianificano tante cose, ma la consacrazione al Signore la rimandano alla vecchiaia, considerata, evidentemente, come gli anni d’avanzo, il residuo che rimane, se pure rimane.
Ma il saggio consiglio della ispirata parola dice: “Rallegrati pure, o giovane, durante la tua adolescenza, e gioisca pure il tuo cuore durante i giorni della tua giovinezza; cammina pure nelle vie dove ti conduce il cuore e seguendo gli sguardi dei tuoi occhi, ma sappi che , per tutte queste cose, Dio ti chiamerà in giudizio!…Ma ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i cattivi giorni e giungano gli anni dei quali dirai: io non ci ho più alcun piacere” (Ecclesiaste 12:1-3).
Chi legge il capitolo fino al v. 10 troverà ripetuto per ben cinque volte l’avverbio “prima”: prima che vengano i cattivi giorni.. prima che il sole, …la luce, …la luna e le stelle si oscurino, (non sono certamente gli astri del cielo che si oscureranno, ma gli occhi nostri che non vedranno); prima dell’età in cui.. gli uomini più forti si curvano; …prima che il cordone d’argento si stacchi e il vaso d’oro si spezzi; …prima che la polvere torni alla terra, come era prima, e lo spirito torni a Dio che l’ha dato. Riconciliati e vivi con Dio prima!.
Anche noi siamo stati strappati dal fango dei nostri peccati, in cui eravamo morti, come le statue di cui vi ho parlato prima. Salmo 40:2 ” il Signore mi ha tratto fuori da una fossa di perdizione, dal pantano fangoso, mi ha fatto posare i piedi sulla roccia”. Efesini 2:5 e 8: “…anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati), e ciò non viene da voi, è il dono di Dio. Non è in virtù di opere, affinché nessuno se ne vanti”. In Cristo abbiamo la vita, in Adamo eravamo morti.
Prov. 23:17-19 “…persevera sempre nel timore del Signore, poiché c’è un avvenire e la tua speranza non sarà delusa. Ascolta, figlio mio, sii saggio e dirigi il tuo cuore per la retta via”. Sul tempo trascorso, Dio passa sopra.
Il presente, come il futuro, vuole che li consacriamo a Lui “Dio dunque, passando sopra i tempi dell’ignoranza, ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano, perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell’uomo che egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti, risuscitandolo dai morti”(Atti 17:30-31). Allora, solo gli avanzi? No, offrirò al Signore il meglio di me stesso.
Francesco Rauti