‘Perseguitato’ da Dio


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Mi chiamo Fabio e sono nato 41 anni fa a Sassuolo, da genitori emigrati dal Sud in cerca di lavoro. La mia era una famiglia cattolica normalissima, i miei genitori cercavano sempre di farmi avvicinare alla religione facendomi frequentare il catechismo per fare la prima comunione, ma io sono stato fin da piccolo molto ribelle e, anche se per certi versi ne ero attratto, sono rimasto sempre fuori da quegli insegnamenti che mi interessavano poco o niente … molto spesso infatti invece di andare al catechismo mi fermavo al bar sotto la chiesa, e lì passavo il mio tempo, e già a 10 anni avevo cominciato a fumare di nascosto.
Un giorno però mia nonna paterna mi parlò di Gesù e mi portò in una chiesa evangelica a Sassuolo. Qui conobbi il Signore e decisi anche di fare il battesimo, che feci all’età di 14 anni, insieme a mia madre e alla mia nonna materna.
Tuttavia questa esperienza duro’ poco; sapevo che Dio voleva guidare la mia vita secondo i Suoi piani, ma io volevo fare le mie esperienze … volevo divertirmi a modo mio. Dio non voleva permettermelo; allora mi allontanai e ricominciai a frequentare di nuovo i vecchi amici.
Per me la trasgressione era qualcosa di piacevole e ben presto con questi amici cominciai a fumare hascisc. Da lì cominciò la mia lunga strada verso il baratro: i primi spinelli, le prime sniffate, i primi buchi di eroina ed era l’84-85.
Evidentemente io non riuscivo a rendermi conto di quanto stessi scendendo sempre più in basso nella mia corsa verso l’inferno, perché Dio cominciò allora nei miei confronti una vera e propria persecuzione. Lui voleva che tornassi indietro, che ritornassi a Lui; per un po’ di tempo lo feci, andai in una comunità cristiana nell’86, mi riavvicinai un po’ al Signore, ma per me le tentazioni erano tante ed erano sempre più forti, così Dio mi ‘lasciò andare’ per un po’. Ogni tanto sentivo la Sua voce che mi chiamava, ma io non rispondevo, e ogni volta mi ritrovavo sempre più lontano da Dio e sempre più vicino all’inferno eterno.
Nel 94 Dio però ricominciò a perseguitarmi col Suo amore.
Ogni giorno incontravo sulla mia strada qualcuno che non conoscevo e che mi diceva ‘Dio ti ama e ti cerca’; a casa mia madre e le mie nonne non smettevano mai di pregare per me. Addirittura un giorno di gennaio del 94 in un noto ritrovo di spacciatori e tossicodipendenti a Modena, due persone mi si avvicinarono proprio mentre mi stavo drogando e mi dissero: ‘Dio non vuole questo, Dio vuole te, si vuole servire di te!’. Non li feci neppure finire di parlare che mi alzai di scatto e urlai verso il cielo:’DIO FINISCILA, LASCIAMI STARE, MI STAI PERSEGUITANDO, VOGLIO ESSERE LASCIATO IN PACE!’.
Quello stesso giorno presi la mia ragazza e partimmo per Bari. Dopo due giorni che ci trovavamo lì e andavamo in giro per la città, mi fermarono due giovani con la Bibbia in mano che mi dissero: ‘Non sappiamo perché, ma ti dobbiamo dire che questo non è il tuo posto. Torna da dove sei venuto, Dio ti sta chiamando.’ Scappai arrabbiatissimo e la sera stessa presi il treno per tornare a casa, ma non mi arresi, continuai per la mia strada continuando con tutte le sostanze che potevo procurarmi, compresi alcool e psicofarmaci.
Dopo dieci giorni il ritorno a casa venni ricoverato con urgenza per un’epatite fulminante. Mi misero in una stanza singola dicendo che non avrei passato la notte; i medici raccomandarono a mia madre di tenermi sveglio perche’ se mi addormentavo rischiavo di non svegliarmi piu’, e lei continuò a parlarmi per 48 ore, mentre io avevo allucinazioni e pensavo di parlare e fumare con persone che erano solo nella mia mente.
Dio non permise la mia morte. Nessuno credeva che avrei potuto smettere con quella vita, e neppure io; in fondo l’eroina e gli psicofarmaci mi piacevano troppo, non avrei mai smesso.
Dopo 25 giorni di ospedale arrivò da me un’assistente sociale; fu l’unica a credere in me e mi fece un discorso che mi convinse a provare a lasciare quella vita. Entrai in comunità, un centro diurno. Lì passavo solo il giorno, la sera tornavo a casa dai miei genitori che, grazie a Dio, credevano però che nonostante tutto ce l’avrei fatta. Io non credevo di farcela, anche perché senza CRISTO nella vita non possiamo fare proprio nulla.
Finii il programma di recupero nel ’96, ce l’avevo fatta, mi ero disintossicato e psicologicamente pensavo di stare bene invece dopo qualche tempo cominciavo a cadere di nuovo e ancora una volta Dio non lo ascoltavo per niente … l’eroina non c’era più nella mia vita, ma era entrata una nuova droga, il calcio e la violenza. Andavo allo stadio su e giù per l’Italia,e anche se mia madre mi stava vicino e non mi lasciava mai da solo ricominciai di nuovo con l’eroina.
Per un po’ pensai che Dio si fosse fermato, che non mi ‘perseguitasse’ più. In realtà Lui stava diventando più accanito, aveva tutto un piano per me ben architettato!
Nel 99 conobbi quella che poi sarebbe diventata mia moglie, ci sposammo e avemmo il primo figlio. Poi però i rapporti si incrinarono e lei mi lasciò; da un lato avrei voluto restare da solo, ma poi compresi che le volevo troppo bene e tornai da lei a riprenderla carico di promesse. Allora cominciai a rendermi conto che da solo potevo solo rovinare la mia vita, e cominciai a pregare Dio e pregai per circa un anno che convertisse mia moglie.
Con la morte di mio padre,Dio mise in cuore al pastore della vecchia comunita’di fare visita a mia madre. Quella sera successe qualcosa, Dio esaudi’ le mie preghiere, il pastore ci invito’ a fargli visita in chiesa. Mia moglie accettò con gioia il Signore nella sua vita e fece subito il battesimo in acqua.
Ma Dio non voleva solo mia moglie, Lui voleva ME. Il mio cuore però si indurì di nuovo; non mi interessava niente ed ogni scusa per me era buona per accusare, criticare e sparlare contro tutto e tutti. Lasciai di nuovo la chiesa e mi allontanai di nuovo da Dio.
Questa volta però il Signore mi ha fatto davvero capire che senza di Lui io non posso fare nulla di buono nella mia vita; tanto che ha permesso che gli assistenti sociali tramite tribunale dei minori di Bologna indagassero su di me e sulla mia famiglia … volevano portarmi via i miei figli, accusandomi di non essere un buon padre per via dei miei precedenti come tossicodipendente. Dio non ha permesso neppure questo.
Gloria a Dio per tutto ciò!
Oggi posso dire che Dio mi ha chiamato e io per la prima volta ho risposto ‘Signore sono qua, questo è il mio corpo, la mia anima … usatene come meglio credi!’.
In ogni prova, in ogni momento della mia vita, ringrazio Dio perché Lui non mi ha mai abbandonato … mi ha liberato dalla schiavitù del peccato, ero schiavo, ma adesso sono libero, ero malato e mi ha guarito. Ora al primo posto nella mia vita ho messo Cristo, e nessuno potrà spodestarLo, io, il ‘perseguitato’ di Dio, mi sono arreso, ci sono voluti circa 29 anni, ma Dio ha avuto la meglio … ed è per questo che io oggi dico e urlo GLORIA A DIO PER OGNI COSA!
Luca 15:24 perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto, ed è stato ritrovato”.

Fabio L.