Luca 23:33-43
II profeta Isaia, aveva profetizzato la crocifissione di Gesù descrivendola minuziosamente con ogni dovizia di particolari, come se fosse stato presente il giorno dell’esecuzione e accenna anche al nostro testo “…egli ha dato se stesso alla morte ed è stato contato fra i malfattori” (Isaia 53:12).
Questi due malfattori, ci danno motivo di parlare di loro e di prenderli come rappresentanti dell’umanità divisa in due categorie: salvati e perduti. Uno rappresenta quelli che confessano di essere peccatori e accettano Gesù quale personale Salvatore. L’altro rappresenta coloro che lo rigettano e lo bestemmiano. Gesù Cristo divide le due categorie.
Attorno alla croce una grande folla, gente d’ogni ceto sociale: magistrati, capi sacerdoti, scribi, anziani del popolo, soldati: tutti costoro ingiuriavano e inveivano contro Gesù come se il malfattore fosse lui e lui soltanto.
V. 39 anche uno dei malfattori lo insultava dicendo “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi! ” Ma l’altro malfattore – è di lui che intendo parlarvi- sgrida il suo compagno dicendogli: “non hai nemmeno timore di Dio “. Riconosce che Gesù era Dio ed era condannato innocente. Confessa dicendo: “per noi è giusto perché riceviamo la pena che ci meritiamo per le nostre azioni”. E’ convinto che la vita non finisce con la morte fisica, ma c’è una patria celeste, e dice a Gesù: “Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. E Gesù gli disse: “Io ti dico in verità che oggi tu sarai con me in paradiso “. La salvezza è un dono di Dio. Non per opere meritorie o per lunghe penitenze, ma per fede nel sacrificio espiatorio della croce, perché: ” Il giusto renderà giusti molti; perché si caricherà egli stesso delle loro iniquità” (Isaia 53:11).
Ci chiediamo: come mai un malfattore “riconosce” Gesù, mentre coloro che erano le guide del popolo lo scherniscono e lo condannano? Dobbiamo ammettere che Dio, il quale conosce i sentimenti profondi del cuore, si rivela a chi è alla ricerca della verità. Lo fece con Saulo da Tarso che accecato e pieno di rabbia si recava a Damasco per fare strage dei cristiani. Noi sappiamo “che lo faceva pensando di essere gradito a Dio” e Dio lo fermò e gli rivelò la verità intorno alla persona di Cristo e della chiesa che lui perseguitava.
L’uomo è una creatura razionale con una volontà libera,ma anche con una coscienza che lo accusa quando fa il male. Perciò è scritto in Romani 8:29-30:”Perché quelli che Egli ha preconosciuti, li ha pure predestinati ad essere conformi all’immagine del suo Figliolo, affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli: e quelli che ha predestinali, li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati; e quelli che giustificati, li ha pure glorificati. “
Gesù sulla croce stava versando il prezzo per l’entrata in paradiso di tutti quelli che credono diessere peccatori, che lo accettano e lo invocano per la loro salvezza come fece il malfattore pentito. Nel prezzo del riscatto c’era compreso lui, ma anche tu ed io
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Il paradiso è la méta dei santi. Morire e trovarsi con Cristo in paradiso, non può essere chiamatamorte ma vita vera e vita eterna in gloria con Gesù e con i santi. L’apostolo Paolo dice “Ho il desiderio di partire e d’essere con Cristo, perché è molto meglio” (Filippesi 1:23) .
S’incomincia a “frequentare” il paradiso dal momento della conversione e per tutto il tempo che ci rimane da vivere. Quando Gesù e il malfattore pentito cessarono di vivere furono ancora vistiappesi alla croce, ma le loro anime immortali erano entrate nel regno eterno di giustizia di pace egaudio. Il malfattore pentito si è separato per sempre dall’amico di prima, si è unito al vero amico.
Consideriamo, leggendo il brano di Matteo 25:31-41, la conclusione dei tre crocifissi:
II malfattore ostinato muore nel peccato; Gesù deve dire a questa categoria: “…lo me ne vado e voi mi cercherete e morirete nel vostro peccato; dove vado io voi non potete venire”(Giovanni 8:21).
II malfattore pentito, muore al peccato; Gesù dirà di questa categoria: “…dove sono io siate anchevoi”(Giovanni 14:3/17:24).
Gesù, il giusto e santo muore per il peccato: “Colui che non ha conosciuto peccato è diventato peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui” (2 Corinzi 5:21). “Il Giusto renderà giusti molti; perché si caricherà egli stesso delle loro iniquità” (Isaia 53:11 ).
Francesco Rauti