Lo scopo ultimo di Paolo, nell’evangelizzazione era di convertire i suoi uditori alla fede in Cristo.
Es. biblico: L’angelo disse di Giovanni Battista:
“E convertirà molti dei figliuoli d’Israele al Signore Iddio loro” Luca 1:16.

Giacomo scrive:
“Fratelli miei, se qualcuno fra voi si svia dalla verità e uno lo converte, sappia colui, che chi converte un peccatore salverà l’anima di lui dalla morte…” Giacomo 5:19.

Paolo stesso racconta ad Agrippa come Cristo gli aveva detto:
“Ai quali (i gentili) ti mando per aprir loro gli occhi, onde si convertano dalle tenebre alla luce e dalla potestà di Satana a Dio ” e come lui aveva ubbidito alla visione celeste predicando sia ai Giudei che ai pagani che essi dovevano “ravvedersi e convertirsi a Dio” Atti 26:17.

Questi passi rappresentano la conversione di altri per opera del popolo di Dio, un compito che i credenti devono eseguire chiamando gli uomini a volgersi verso Dio con ravvedimento e fede.
Quando la scrittura si esprime in questo modo riguardo al convertire e al salvare, non mette in questione la verità che è Dio che converte e salva. Ciò che la Scrittura afferma è semplicemente questo:la conversione e la salvezza degli altri dovrebbero essere l’obiettivo del cristiano.
L’evangelizzazione non riguarda unicamente l’insegnare, l’istruire e l’impartire informazioni. È molto di più. Evangelizzare implica lo sforzo di provocare una risposta all’insegnamento della verità. È una comunicazione che mira alla conversione, si tratta non semplicemente di informare, ma anche di invitare.
È un tentativo di conquistare, guadagnare e catturare i nostri simili per Cristo (I Cor. 9:19, I Pietro 3:1 e Luca 5:10).
L’apostolo Paolo sapeva d’esser mandato da Cristo, non soltanto ad aprire la mente degli uomini insegnando loro il vangelo (pur essendo questa la prima cosa), ma anche a convertirli a Dio mediante l’esortazione ed applicando la verità alla loro vita.
Di conseguenza, il suo scopo dichiarato era quello di salvare i peccatori “per salvare ad ogni modo alcuni (I Cor. 9:29, Rom. 11:14) ” e non solo di diffondere informazioni. Perciò, la sua predicazione evangelistica, comprendeva sia l’insegnamento (Iddio riconciliava con sé il mondo a Cristo) che la supplica (vi supplichiamo nel nome di Cristo, siate riconciliati con Dio – II Cor. 5:19).
Come apostolo di Cristo più che un maestro della verità era un pastore d’anime mandato nel mondo non per fare conferenze ai peccatori ma per amarli. Paolo, infatti, anzitutto era un cristiano e secondariamente un apostolo. In quanto cristiano era chiamato ad amare il prossimo. Ciò significava semplicemente che in ogni situazione, e con ogni mezzo in suo potere, era suo impegno cercare il bene degli altri. Da questo punto di vista il significato del suo mandato apostolico di evangelizzare e di fondare le chiese, non era che il modo specifico con cui Cristo lo chiamava ad adempiere la legge dell’amore verso il prossimo.
Il suo impegno consisteva nel presentare la verità con spirito d’amore, come espressione e strumento del suo desiderio di salvare gli uditori.
L’atteggiamento che caratterizzava tutta l’evangelizzazione di Paolo era questa: “io non cerco i vostri beni, ma voi ed io molto volentieri spenderò e sarò speso per le anime vostre” <(II Cor. 12:1) .
Tutta la nostra evangelizzazione dunque deve essere fatta col medesimo spirito.Come l’amore del prossimo suggerisce e richiede l’evangelizzazione, così il comando di evangelizzare è l’applicazione specifica del comandamento di amare gli altri, per amor di Cristo e come tale va compiuto.
L’amore rendeva l’evangelizzazione di Paolo calda ed affettuosa (I Tess. 2:7).
Paolo cercava di salvare gli uomini e appunto per questo non buttava la verità in faccia alla gente, ma apriva la sua persona a tutti per pensare insieme sul loro stesso terreno, per aprire un dialogo usando un linguaggio comprensibile evitando soprattutto quello che potesse creare pregiudizi nei confronti del vangelo, ostacolando così il loro cammino.
Nel suo zelo di affermare la verità, l’apostolo non perdeva mai di vista la necessità e le esigenze della gente (I Cor. 9:1, 10:23).
Il suo scopo e obiettivo nel parlare del vangelo (persino nel calore della polemica che emergeva da opposte opinioni) non era mai inferiore a quello di conquistare le anime, convertendo alla fede nel Signore Gesù chi considerava suo prossimo.
Questa era l’evangelizzazione secondo Paolo: Andare attorno come ambasciatori di Cristo nel mondo, con amore, per insegnare ai peccatori la verità del vangelo in vista della conversione e salvezza.

Tratto da: “Evangelizzazione e Sovranità di Dio” di J.I. Parker